La capitale dell'Iglesiente: IGLESIAS
Quest'oggi vorrei narrarvi una città che mi sta particolarmente a cuore… esordiamo con la sua brillante storia
I pisani la
chiamarono Argentaria, per l’argento delle sue miniere.. Il più antico
documento in cui si trova menzionata Villa di Chiesa rimonta al sec. XIII e si
trova conservato nella chiesa di S. Lorenzo di Genova con la data del 5 luglio
1272. Secondo la quasi totalità degli scrittori, Villa di Chiesa deve la sua
origine - non si offendano gli Iglesienti perché il nascere è...un caso - ad
un'accolta di uomini che avendo dei conti con la giustizia, si erano radunati
nelle gole di quei monti per non caderne nelle mani. Ivi furono raggiunti da
soldati di ventura e da altre persone recatesi per lavorare nelle miniere di
cui i conti di Donaratico, nuovi padroni di quella regione, avevano accentuato
lo sfruttamento. E sarebbero stati appunto costoro a tollerare e, sotto qualche
aspetto, a fomentarne il concorso mediante il diritto di asilo. Con le nuove
costruzioni sorsero chiese in così grande numero da fare prendere il nome al
centro abitato. La popolazione divenne in breve tanto numerosa che il paese fu
considerato come uno dei più importanti del giudicato di Cagliari
Fu sotto di loro che la città, che aveva
allora il nome di Villa di Chiesa (l’attuale Iglesias è un nome di derivazione
sardo- spagnola), prese lo sviluppo che doveva portarla, dopo la desolazione
degli ultimi secoli del primo Millennio – quando anche l’attività mineraria era
stata abbandonata in seguito ai fenomeni di spopolamento e di fuga verso
l’interno che caratterizzano la storia di tutta l’isola in quel periodo buio –
ad occupare un posto d’assoluto rilievo nell’economia isolana e nello stesso
mercato degli scambi che aveva in Pisa e Genova le sue piazzeforti. Al tempo
dello splendore delle repubbliche marittime italiane la città si trova
denominata Villeclesia Argentaria, avendoli i Pisani aggiunto il secondo nome
non tanto per l'argento che, sia pure in modeste proporzioni, si trovava nelle
miniere del luogo, ma perché allora il piombo, che si scavava nelle miniere
stesse, prendeva il nome di argentiere.. Le note lotte tra Genova e Pisa
si ripercuotevano anche in Sardegna. L'isola, che si reggeva in quattro governi
autonomi (giudicati), era fatta segno ad imposizione da parte delle due
repubbliche, e spesso diventava campo di battaglie che avvenivano anche tra i
limitrofi giudicati, in lotta tra loro. Pisa, nonostante la disastrosa
sconfitta navale della Meloria (1284) conservava in Sardegna i possedimenti che
aveva conquistati nel 1254 ad opera dei conti della Gherardesca, coadiuvati dai
giudici di Arborea e di Gallura, mossi tutti contro il giudice di Cagliari.
VILLA DI CHIESA.
Si ignora l’anno della fondazione della città. Quando il giudicato di Cagliari
fu smembrato fra potenti famiglie della penisola, il Sigerro (“la sesta parte
del regno di Cagliari”) toccò ai conti di Donoratico: fu il conte Ugolino della
Gherardesca che impresse una forte spinta di sviluppo economico ed urbanistico,
incrementò e razionalizzò i sistemi di estrazione dei minerali, la cinse di
mura, le diede una prima organizzazione di vita comunitaria, dotandola di uno
statuto a somiglianza di quelli in uso nelle città toscane e in particolare,
naturalmente, a Pisa, coniarono inoltre
anche una loro moneta d’argento con l’aquila dei Donoratico, la cui immagine è
così frequente nelle chiese di Iglesias e dei villaggi minerari vicini
(Villamassargia, Domusnovas, dove sono belle chiese romaniche che ricordano
ancora oggi la dominazione pisana.
Quello pisano è
il periodo “magico” della storia iglesiente. Nata intono ad una chiesa di
minatori verso la seconda metà del secolo XIII, di metallici, di ricercatori
cioè di miniere, raggruppati in case all’intorno, chiamati a dare sviluppo
all’attività mineraria, invogliati dal miraggio di facili guadagni a recarsi
nella zona da altre parti dell'isola o della penisola, la “Terramagna”, come i
sardi allora la chiamavano, Villa di Chiesa ricevette da sardi e terramagnesi
un tale impulso che, pochi anni dopo la tripartizione del giudicato di
Cagliari, il centro, retto da un podestà nominato dai Donoratico, diventava,
dopo Cagliari, “la località più importante del meridione dell’isola”.
Protetta da un
castello, detto di San Guantino o di Salvaterra, la città era chiusa da mura,
da torri, da fossati, con una bella chiesa intitolata a Santa Chiara, costruita
nel 1285, e divisa in quattro quartieri, soprannominati di Santa Chiara, di
Mezzo, della Fontana, del Castello, con accesso attraverso quattro porte
munite: essa acquistava ben presto, come Cagliari, la fisionomia di un Comune.
Si sviluppava
così il Comune di Villa di Chiesa del Sigerro e nasceva la necessità di uno
statuto, di un insieme di leggi o Breve, che regolasse, come a Cagliari, la
vita cittadina, che dettasse norme sulle miniere all’intorno, tale da superare
quello costruito su modelli pisani, voluto dai Donoratico all’origine dello
sviluppo del centro minerario e inadeguato ormai alle nuove esigenze del
fiorente Comune. Iglesias aveva così il suo Breve che oggi è custodito (ma è un
edizione riveduta del primitivo) nell’Archivio comunale.
Ho premura di evidenziare le bellissime mura pisane, i quali si palesano in quanto reperti che dimostrano la storia
Le mura di Iglesias sono i resti delle fortificazioni medioevali della città. Esse circondavano completamente quello che è ora il centro storico ed erano intervallate da torri di avvistamento e difesa e da porte di ingresso. Attualmente è possibile visitarne solo una parte essendo state in gran parte demolite nel XIX secolo. In particolare i resti sono visibili nella zona nord-occidentale della città.
Merita una visita anche la piazza Quintino Sella (PRIMA FOTO IN ALTO), dove spicca il monumento dedicato alla memoria dello statista che, nel XIX secolo, diede un grandissimo impulso all’attività estrattiva in tutto il Sulcis-Iglesiente (di questo argomento approfondirò quando vi narrerò del mio unico e meraviglioso paese).
Nel 1871, grazie anche all’interessamento di Quintino Sella e ai soldi dell’industriale Giorgio Asproni, fu fondato a Iglesias l’Istituto Tecnico Minerario, che prese proprio il nome di Asproni e ancora oggi è una delle scuole più frequentate della città.
DURANTE L'ANNO DIVERSE SONO LE RICORRENZE CHE EMOZIONANO NON SOLO I RELIGIOSI MA ANCHE GLI ATEI PROVANO I BRIVIDI…
… sentendo la ritmicità così intensa ed incisiva delle matracas, che sembrano essere in perfetta sintonia con il nostro generatore di ritmo: il CUORE! Si tratta dei suoni tipici della settimana Santa, costellata da processioni toccanti dalla domenica delle Palme, al martedì Santo col giro delle sette chiese che ripercorre i sette misteri con partenza dalla cattedrale Santa Chiara, presso piazza Municipio (di fronte al monumentale e magnifico palazzo vescovile) per la predica della Passione ed arrivo in San Francesco per la predica dell'Addolorata. Degna di nota è sicuramente la processione del Venerdì Santo arricchita ed impreziosita dai babbalottis iglesienti dell'Associazione del Santissimo Sacramento e dalla banda musicale G.Verdi.
Inoltre, è sicuramente da non perdere la processione medioevale in occasione della ricorrenza in onore della Santa Patrona: Santa Chiara. Suggestiva e brillante è la processione del 15 agosto in onore della Vergine Assunta, la cui particolarità è l’offerta, da parte dei famosi Candelieri, di otto grandi ceri alla Vergine.
A Iglesias non ci facciamo mancare naturalmente il buon cibo e … non solo
Accontentiamo tutti i gusti con cibo di qualità e prezzi più che onesti😎😉
Coloro i quali amano la buona carne e le ottime pizze consiglierei di prenotare senza dubbio alcuno al ristorante pizzeria Zenith oppure all'Argentaria, sempre come ristorante pizzeria.
Inoltre, la città è intervallata da ottimi bar che accolgono con cortesia e semplicità gli ospiti, per colazioni di qualità e aperitivi di buon gusto!!! Giustappunto, mi soggiunge naturale annoverare i vini che fanno della nostra città una vera e propria bandiera: i vini della cantina Aru. Personalmente, vi consiglio un bel Sigerro da degustare di fronte ad una bella costata di maiale, oppure un delicato bianco Argentaria che possa accompagnarvi alla goduria di un bel piatto di arselle😋
Ma durante gli aperitivi o le pizzate iglesienti cosa beviamo? Decisamente, la nostra birra prodotta nel cuore propulsante della città medievale: Birroteca Fermentazioni Spontanee🍺🍻
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