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L'Isola del tesoro: Sant'Antioco

Un mare da scoprire a: Sant'Antioco


Sant'Antioco è un comune di 11 174 abitanti della provincia del Sud Sardegna, nel Sulcis-Iglesiente. Il comune sorge sui resti di Sulki, una delle città più antiche del Mediterraneo occidentale.

                                                                        


La storia di Sant'Antioco è antichissima. Una trentina di nuraghi, un certo numero di cosiddette "Tombe dei giganti" e di "Domus de janas" testimoniano che l'isola non fosse priva di insediamenti stabili già in epoca preistorica. Notevole la presenza di numerosi nuraghe costieri, tra i quali si segnalano il nuraghe multitorre S'Ega Marteddu, a ridosso della spiaggia di Maladroxia, il nuraghe Sa Cipudditta situato in un promontorio a picco sul mare in località Su Portu de su Casu e il sito di Grutti 'e Acqua, composto da un nuraghe multitorre polilobato e da uno dei villaggi nuragici più grandi della Sardegna, all'interno del quale sono presenti opere idrauliche e urbanistiche, templi a pozzo e tombe dei giganti. Il villaggio termina tra la spiaggia e la scogliera di Portu Sciusciau dove è probabile fosse presente un porto nuragico. Numerosi anche i reperti di cultura materiale di epoca nuragica rinvenuti in questo territorio tra i quali non mancano i bronzetti, come il famoso arciere nuragico di Sant'Antioco. 

IL TOFET
La parola TOFET e' un termine di origine biblica che indica una localita' nei pressi di Gerusalemme, nella quale venivano bruciati e sepolti i bambini, e che oggi, convenzionalmente, indica le aree sacre di eta' fenicia e punica rinvenute in Sardegna, Sicilia e Tunisia, nella quale sono state recuperate urne contenenti ossa bruciate di bambini e animali.
Il TOFET di Sant'Antioco, utilizzato a partire dall'VIII sec. a.C. e sino al I sec. a.C., si presenta come un'area all'aperto, ubicata all'estrema periferia settentrionale dell'abitato, che si appoggia ad una roccia trachitica denominata "Sa Guardia de is Pingiadas" (la guardia delle pentole) a causa della gran quantita' di urne cinerarie, oltre 3000, rinvenute nel corso dei secoli e fino ad ora recuperate.
Ai piedi di tale roccia, verso sud, un recinto quadrangolare di eta' punica ne include uno piu' piccolo, di eta' fenicia, che indica il punto in cui sono state ritrovate le urne piu' arcaiche. Un recinto molto piu' grande, rettangolare, costituito da blocchi trachitici bugnati delimita l'intero TOFET: si tratta di un fortilizio di eta' punica edificato a difesa dell'area quando, nel IV sec. a.C., furono erette le fortificazioni monumentali all'abitato.
Le urne conservano ossa bruciate di bambini, talvolta di piccoli animali e qualche oggetto votivo. I resti ossei per lungo tempo sono stati attribuiti ad un rito sacrificale cruento, che prevedeva l'uccisione rituale dei primi nati, mentre oggi l'indagine osteologica testimonia che la maggior parte dei bambini cremati nel TOFET erano nati morti o deceduti per causa naturale in tenera eta' e che i resti animali erano una componente del rito stesso.

Le urne, solitamente deposte tra le cavita' naturali della roccia, sono spesso accompagnate da stele di pietra (ad oggi se ne contano circa 1.700, conservate nei musei di Cagliari e di Sant'Antioco) recanti immagini umane, simboliche e piu' raramente di animali connesse al rito che si svolgeva nell'area sacra.


 Non solo per la storia si fa ammirare la bella Sant'Antioco

E' doveroso sottolineare la produzione unica nel mondo del bisso di cui è detentrice unica della sua creazione la famosa Chiara Vigo!!! Chiara, si fa chiara "Zia Chiara" dai bambini con cui condivide sapientemente la sua sapienza nella lavorazione della pinna nobilis. 
Nella laguna di Sant'Antioco proliferano a vista d’occhio le gnacchere o Pinne Nobilis sorta di incrocio tra cozze e ostriche alte fino a un metro e mezzo. Nel 1992 sono state dichiarate in via di estinzione. Oggi sono tutelate da una legge europea e una regionale: non solo chi le pesca con qualsiasi mezzo, ma anche chi ne possiede degli esemplari in spiaggia o in barca rischia una multa o l'arresto.

Il mollusco che le abita un tempo si mangiava fritto come una bistecca. Pesa fino a un chilogrammo e produce piccole perle colorate. Considerato il più grande bivalve del Mediterraneo, torna a farsi vedere in gran quantità nei nostri mari. Lo disturbano i movimenti di barche e yacht, l’acqua non salata al punto giusto, la temperatura troppo bassa o troppo alta e gli inquinanti che le industrie riversano in mare.
Il bisso viene ora usato per ornare tappeti, abiti sacri e abiti tradizionali sardi.


Ma a Sant'Antioco ci si diverte??


Chiamata dai sulcitani la Costa Smeralda del Sulcis, si annovera lo scettro della località sede delle discoteche estive maggiormente frequentate della zona, come La Favola e L'aquarium. Locations suggestive e musica che raccoglie i giovani dell'hinterland, sono la colonna sonora delle estati dei giovani sulcitani e non solo!!!

Per i giovani,  e meno giovani, che amano i balli di gruppo e i balli da sala o latini americani le estati santantioghesi si animano nel famoso lungomare meraviglioso, con allegria e tanti ballerini sardi e turisti!

Interessante e particolarmente suggestivo: il Corso Vittorio Emanuele. Allietato da numerosi piano bar, pizzerie gustose, negozi d'artigianato e abbigliamento, aperti fino a tarda notte nella lunga estate sarda. Così, si intrattengono anche i turisti che amano il relax e l'atmosfera tipica isolana!


Mangiar bene low cost a Sant'Antioco? Completamente vista mare??

Sicuramente care famiglie, care coppie e cari gruppi di amici vi consiglio La Sulcitana. Un locale che offre prelibate pietanze a base del pescato proprio della laguna sul quale si affaccia. La qualità prezzo è super!!! In inverno è possibile degustare nella sala interna, mentre per tutta la durata delle temperature gradevoli si può godere della bellissima location a ridosso del mare antiochense 😋
Vi cito pure un altro locale per cui vale assolutamente la pena gustare squisitezze dal mare nostrano, si tratta dell'ittiturismo DA SILVANA!!!

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